Visualizza Canelli in una mappa di dimensioni maggiori
|
Canelli è uno dei templi mondiali del vino: in pochi casi la vinificazione e la viticoltura hanno influito tanto sul paesaggio, sull’economia, sulla storia e sulla vita di una comunità.
Per la sua particolare posizione geografica, Canelli assume una notevole importanza fin dall’epoca romana. Intorno al 961 il nome di Canelli compare per la prima volta nell’elenco delle corti regie esistenti in Piemonte.
L’influenza di Asti e Alessandria divenne col tempo sempre più diretta e la cittadina fu sempre più presa tra due fuochi. Nel 1707 Vittorio Amedeo II di Savoia estese il suo dominio a tutto il Piemonte e Canelli cessò così di essere una piazzaforte di confine travagliata da continue guerre, che più volte avevano distrutto le fortificazioni e il castello. L’ultima disastrosa distruzione avvenne nel 1617, quando il Marchese di Mortasa, nell’abbandonare Canelli a causa dell’avanzata delle truppe di Carlo Emanuele I, rase al suolo il castello e le fortificazioni.
Il castello venne ricostruito dopo il 1706 dai conti Galleani, i quali lo riedificarono sulle rovine del vecchio castello ma senza le fortificazioni. Dopo il periodo della dominazione francese e all’abbattimento delle barriere doganali esistenti tra i Comuni, si avviò un periodo di prosperità grazie al commercio dei vini: ai primi dell’Ottocento sorsero le prime cantine vinicole, verso il 1830 i vini canellesi cominciarono a conquistare i mercati stranieri, soprattutto quello francese, e intorno al 1870 anche i mercati dell’America del sud. Nel 1901 cominciarono gli scambi commerciali con l’America del nord. Nel frattempo le varie cantine vinicole avevano perso il loro carattere artigianale, per diventare vere e proprie industrie. Dal 1940 la diffusione della coltivazione del moscato nell’Astigiano è stata tale che da un milione di bottiglie si è passati agli attuali 40-50 milioni di bottiglie di Asti Spumante vendute in tutto il mondo.
Le cantine di Canelli sono vere ""cattedrali sotterranee"", riconosciute come patrimonio mondiale. Si estendono sotto la città, sprofondandosi per più piani nelle viscere delle colline tufacee, creando ambienti suggestivi, veri capolavori di ingegneria e architettura. Le diverse tecniche di costruzione hanno creato strutture con volte a botte, volte a vela e volte strette, con una o più navate su più di un livello. In queste ""navate"", a una temperatura costante di 12-14 gradi, affidati alle amorevoli cure di ""sacerdoti"" che ne conoscono e custodiscono i segreti, riposano e invecchiano i più preziosi vini della zona.
Canelli è anche al centro dell'area piemontese indicata come piu adatta alla produzione dei tartufi. Da tempo immemorabile i tartufi sono uno degli elementi qualificanti della nostra gastronomia.
Situata nella valle del torrente Belbo, nel cuore delle colline astigiane e alle prime pendici delle Langhe vere e proprie, è circondata da strade panoramiche che offrono vedute mozzafiato.
Lo splendido centro storico, aggrappato alla collina, è ricco di scorci pittoreschi e suggestioni antiche. E’ dominato dal castello (1706), oggi di proprietà della famiglia Gancia.
Di grande interesse le numerose chiese barocche, costruite nel XVII e XVIII secolo
In piazza San Tommaso si trova l’omonima parrocchiale che conserva antiche opere d’arte ed una fonte battesimale ricavata da un’ara romana.
Salendo la “Sternia“, strada medievale acciottolata con pietre di fiume, si arriva alla Parrocchiale di San Leonardo, posta sull’omonima panoramica piazza, l’interno è barocco.
La chiesetta di San Rocco, collocata di fronte alla parrocchiale di San Leonardo, è uno splendido esempio di barocco piemontese della metà del ‘700.
Nella parte bassa della città si trova piazza Amedeo d’Aosta caratterizzata dalla presenza del palazzo Scarazzini, antica sede municipale.
In Corso Libertà si trova un’antica cantina che è sede dell’Enoteca Regionale di Canelli e dell’Astesana, che propone tutta la migliore produzione vinicola del territorio.
|