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Il Museo Gipsoteca di Bistagno (AL) con le sculture di Giulio Monteverde, i corsi ed i laboratori didattici

ultimo aggiornamento: 01/01/2011

Dove: Bistagno (AL), C.so C. Testa 3
Quando: lunedì 9.30-12, 15-17; mercoledì 9.30-13, 15-18; giovedì 9-13, 14.30-17; venerdì 15-17; sabato 10-12
Direttrice: Raffaella Beccaro, cell. +39.339.735.043.3
tel. +39.0144.79.106 / 301, visite guidate e laboratori didattici

Conserva le sculture che documentano il percorso artistico di Giulio Monteverde (Bistagno 1837 - Roma 1917). Monteverde lavora inizialmente come apprendista presso un intagliatore del legno prima ad Acqui Terme e poi a Casale. Compie gli studi a Genova e si trasferisce a Roma dove la sua fama cresce in maniera esponenziale con il Colombo giovinetto del 1870 e lo Jenner del 1873.

Le Gipsoteche, dal latino gypsum, sono raccolte di sculture in gesso: calchi, copie ottenute da originali, o statue in gesso realizzati direttamente dall?artista, poi eseguiti in materia nobile, bronzo o marmo. I gessi sono dunque testimonianza della mano dell?artista, ne mantengono l?impronta. Le versioni in bronzo o in marmo venivano spesso realizzate dalle maestranze specializzate: senza eccezione nel caso della fusione, e almeno sbozzata dai marmorai e poi conclusa dall?artista, nel caso del marmo.

La prima sala si apre con l?Autoritratto eseguito nel 1917, anno della sua morte, che evidenzia, con assoluto rigore realistico i segni dell?età scavando quel volto stanco e sofferente nonostante l?estrema fierezza dell?espressione in cui è pronunciata tutta la sua personalità. Nella stessa sala: il Colombo giovinetto (copia del gesso del 1870), il Fabbro del 1875 (una tematica moderna, affrontata con una resa plastica vibrante e studio veristico dei particolari), Ritratto di donna e Ritratto maschile, (entrambi in terracotta) datati 1874.
La seconda sala è caratterizzata dalle opere che lo scultore presentò all?Esposizione Universale di Parigi del 1878: la figura dell?Architettura della tomba Sada, il Monumento Massari, dove un angelo poggia le mani sul guanciale che sostiene il capo della salma, attenendosi alla tesi cristiana del fido custode in vita, che accompagna il defunto, vegliandolo verso l?aldilà. Sempre nel 1878 Monteverde riceve la committenza per il Monumento funerario Gallenga Stuart, in ricordo di alcuni membri della famiglia sterminati dalla difterite, e la committenza da parte di Alessandro Rossi, industriale della Lanerossi, per il Monumento al Tessitore.
La terza sala è interamente dedicata ai gessi per il Monumento a Vincenzo Bellini.
La visita prosegue con la sala destinata alle opere a carattere religioso, oltre al Crocifisso, il modello per la Madonna con Bambino. Poi le opere dei primi anni ?80: il monumento funerario a Giacomo Medici del Vascello e alla marchesa La Gandara, il marmo si trova nel Cimitero di Isidro a Madrid. Ancora un angelo, il più noto, forse il più bello e seducente della produzione cimiteriale monteverdiana, per la tomba Oneto del Cimitero di Staglieno a Genova. Una creatura androgina, dalle forme sensuali, in piedi, appoggiata al sarcofago. L?estrema semplicità della sagoma e della posa ne fa risaltare, per contrasto, il fascino procace delle forme, mentre tiene le braccia incrociate e raccolte sul petto, con un gesto tipicamente femminile.
L?Angelo della resurrezione e l?Angelo con Ghirlanda accolgono i visitatori nella sesta sala del Museo che conserva anche lo splendido gruppo del Dramma eterno del 1891, con le due figure che rappresentano la ?Vita? e la ?Morte?. Quest?ultima è identificata nel suo aspetto scheletrico, ricoperta da un lungo e ampio lenzuolo, che lascia intuire l?ossatura sottostante; essa afferra al polso e al fianco la ?Vita? raffigurata da una magnifica fanciulla dal corpo nudo, che tenta di liberarsi dall?abbraccio mortale. Al centro della medesima sala, il gruppo simbolista Idealità e materialismo, presentato con il titolo L?anima in alto! alla Esposizione Internazionale di Belle Arti di Napoli del 1911.
Nell?ultima sala il motivo dominante è il rapporto dell?artista con i Savoia, con i grandi frammenti del modello per la statua equestre di Bologna dedicata a Vittorio Emanuele II.

Una delle sale è riservata a Laboratorio Didattico, unico sul territorio del basso Piemonte, dove si svolgono attività formative per le scuole e corsi di ceramica per adulti. Le attività vengono concordate e adattate all?età dei partecipanti e prevedono, oltre al lavoro pratico manuale, la visita alle sale del Museo, una spiegazione e illustrazione sulle origini e gli usi del gesso, attività di animazione e momenti di approfondimento e riflessione in cui trasmettere informazioni e passione per gli argomenti.

Nessun evento previsto.
Per richiedere ulteriori informazioni o prenotare i corsi  scrivi a ,  o telefona a Luciana Visca 3403017423, Serena Gallo 3485235038

Buon Natale e Felice Anno

 
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