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Pieve di San Nazario e Celso

Edificio unico ed irripetibile. si erge, completamente isolato, a circa due chilometri in direzione nord-est da Montechiaro d’Asti sulle pendici della verde collina detta “Bric San Nazario. Colpisce da lontano il visitatore per l’alto campanile e per l’effetto cromatico dato dalle fasce alternate di mattoni e di arenaria; costituisce un’importante testimonianza dell’architettura romanica che si sviluppò nel XII secolo nel Monferrato astigiano.
La fondazione della chiesa risale al 1130 circa su un precedente insediamento abitativo, denominato Mairano, collocabile prima dell’anno mille.
Nel 1847-49, quando la chiesa minacciava di crollare, furono avviati lavori di restauro con l’abbattimento e riedificazione parziale della chiesa; la sola facciata rimase originale, la chiesa fu smontata numerando tutte le sue pietre e le sue decorazioni e poi ricostruita come in originale.

La chiesa testimonia il periodo di grande fioritura del romanico nel Monferrato astigiano; richiama stilisticamente, per il bicromatismo delle strutture murarie e per la raffinatezza delle decorazioni scolpite, la pieve di San Lorenzo a Montiglio Monferrato e la chiesa di San Secondo a Cortazzone.

La chiesa presenta una facciata a capanna segnata da fasce orizzontali alterne di pietra arenaria e laterizi, con coronamento ad archetti pensili, semplici nelle zone laterali, doppi intrecciati nella zona centrale, che si appoggiano a mensoline decorate e sono sormontati da una cornice scolpita con foglie d’acanto che corre sotto le falde del tetto.

File:Montechiaro Chiesa Santi Nazzaro Celso 06.JPGIl portale leggermente aggettante è sormontato da un arco a tutto sesto con una doppia ghiera: quella interna data da un motivo scolpito a cornucopia, quella esterna con un motivo bicolore a “denti di lupo”, ottenuto con l’alternarsi di tessere triangolari di pietra e di laterizio. Sullo stipite destro della porta si nota una scultura di animale ormai molto abrasa Più in alto, tangente alla cornice esterna, troviamo un fregio scolpito e due brevi semicolonne addossate che partono dagli estremi del fregio e vanno a reggere in alto gli archetti doppi intrecciati. Anche nei fianchi e nell’abside si ritrova l’effetto cromatico delle fasce alternate di cotto e di arenaria. Nella parete sud si osserva un coronamento ad archetti semplici poggianti su peducci scolpiti, sormontato da una cornice scolpita a doppio intreccio. Su questo lato si aprono tre monofore a forte strombatura con un arco a tutto sesto ottenuto da un unico blocco di pietra, ornate da motivi scolpiti. L’abside non presenta lesene, né particolari decorazioni: solo la consueta serie di archetti pensili che corona in alto il semicilindro; su di essa si aprono tre monofore strombate (di cui quella centrale appare tamponata). La parete nord, come consueto, è quella più povera di decorazioni: non vi si trovano archetti pensili, ma solo una serie di mensoline; l’unica finestra presente su questo lato mostra, sull’arco, decorazioni con motivi a treccia e a scacchiera.

L’interno della chiesa ha subito vari restauri e non presenta particolare interesse artistico; nella zona absidale è presente un frammento di affresco databile al XV secolo: vi si riconosce una santa Caterina di Alessandria).

Il campanile, alto circa 20 metri, è a quattro piani: è realizzato con conci di arenaria, dal primo piano alternati a sottili fasce di mattoni. Visto dal lato ovest esso presenta al secondo piano una stretta monofora e, più in alto, una fascia con un motivo a scacchi ottenuto con il bianco della pietra ed il rosso dei mattoni. Sopra tale fascia si osserva una cornice marcapiano formatta da archetti intrecciati (alternativamente in pietra e laterizi) sormontata da un nastro con motivo a “denti di sega”. Al terzo piano troviamo una bifora con colonnina centrale in mattoni sormontata, da una ghiera che raccorda in alto i due archetti e che racchiude un’area decorata con un ulteriore motivo a mosaico. La fascia marcapiano, tra il terzo ed i quarto piano, è analoga alla precedente. Meno elegante di quella sottostante è la bifora posta al quarto piano, sormontata da archetti semplici e da un altro nastro con motivi a denti di sega.

Curiosità (verificata puntualmente nel comportamento degli oramai oltre 8.000 visitatori): le persone uscendo dalla pieve voltano a sinistra verso il lato della vita oppure vanno dritti verso il sole; quasi mai voltano a destra verso nord, il lato della morte: provate anche voi!

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