gli Ortaggi

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Suggerimenti:

Molto ampia è la gamma degli Ortaggi provenienti dai nostri orti, nella Valle del Tanaro (Motta di Costigliole e Isola d'Asti, dove è crescente anche la produzione di erbe aromatche e fiori) e nella zona del fiume Belbo (Nizza Monferrato e Incisa Sacapaccino).

Seguendo il calendario stagionale, l'inverno ci offre il Carciofo della Valtiglione, la primavera l'Asparago saraceno di Vinchio e il Sedano dorato astigiano, l'estate il Peperone quadrato di Motta ed il raro Pomodoro Cerrato, l'autunno le zucche (in particolare a Piea) ed il Cardo Gobbo di Nizza Monferrato

La grande produzione e varietà di Ortaggi ha la sua più alta espressione nella

bagna cauda

piatto "povero" che affonda le sue origini nel Medioevo. Gli ingredienti sono: acciughe sotto sale, burro, olio extra vergine di oliva,aglio; il tutto viene stemperato in un tegame fino ad ottenere una salsa calda. La salsa è mantenuta calda da una candela in uno speciale fornelletto di terracotta ed è mangiata appunto con le verdure tipiche

Asti

Cipolla bionda  o rossa astigiana

 

Pomodoro cerrato

De.C.O (Denominazione comunale di origine), il cui nome deriva dalla famiglia che da generazioni la coltiva e ne conserva il seme. Presenta una bacca a forma costoluta di grandi dimensioni (può arrivare fino ad 1 kg di peso), è succoso ed adatto per il consumo fresco in insalata, pinzimonio e soprattutto nelle famose bruschette.

 

Sedano dorato

De.C.O (Denominazione comunale di origine), coltivato nella piana alluvionale del Tanaro sin dall'inizio del '900. E' coltivato in due varietà Giuseppe (raccolta autunnale) e Rissone (raccolta a giugno), entrambe presentano ampie costolature centrali di colore giallo intenso - dorato, buon aroma e poca fibrosità

Costigliole d'Asti

Peperone quadrato della Motta,

rosso o giallo, robusto e carnoso, ideale come antipasto accompagnato da salsa di acciughe, oppure per la conservazione in agrodolce.    La prima denominazione d'origine è stata "Peperone quadrato d'Asti, rosso e giallo", ma è più giusto riconoscergli l'originalità della Motta, piccola fertilissima frazione di Costigliole d'Asti.

Isola d'Asti

Cardo avorio

alto più di un metro e con foglie verdi frastagliate.

Nizza Monferrato

Cardo gobbo

Deve il nome alla particolare lavorazione cui è sottoposto: nel corso dell'estate le piantine sono diradate e,  a fine settembre, sono scalzate da un lato, coricate e progressivamente coperte di terra; giunge a completa maturazione soltanto quando le prime gelate ne ammorbidiscono la fibrosità. Il cardo diventa così bianco, tenero e incurvato; probabilmente è l'unica specie di cardo che si può mangiare anche crudo senza condimento. Appartiene alla famiglia delle composite ed è ricco di sostanze nutrienti e salutiste ma poverissimo di calorie. La varietà che si coltiva è detta "Spadone" per la forma che presenta la foglia ed il fusto. Oggi purtroppo, il Cardo Gobbo viene prodotto in piccole quantità per cui quello di Nizza Monferrato è diventato un vero gioiello, al pari del tartufo E' per questo motivo che da un lato i produttori hanno aderito ad un rigoroso disciplinare di produzione e dall'altro Slow Food ha istituito un Presidio per la tutela di questo ortaggio. Il suo abbinamento ideale è con la "Bagna Cauda"; altrettantio gustosi risultano i "Ravioli di Cardo Gobbo" e lo "Sformato di Cardo Gobbo con Fonduta"

Vinchio

Asparago saraceno

il cui nome è stato creato per dare al paese un prodotto dal nome esclusivo. E' primaticcio (pronto a metà aprile) e assai gustoso, carnoso, verde scuro, gradevolissimo anche senza alcun accompagnamento nel piatto. "Saraceno" perché a Vinchio c'è una cresta di colline coltivate a vite che si chiama "bricco dei saraceni": si dice che durante alcuni scavi sia venuto alla luce qualche cadavere armato di spade; la fantasia popolare lo attribuì ai mitici pirati saraceni, che si spingevano anche all'interno durante le loro scorrerie dal mare.

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ultimo aggiornamento: 20/10/2009