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Riserva naturale Valleandona, Valle Botto e Valle Grande, Asti Parco Naturale di Rocchetta Tanaro Riserva speciale della Val Sarmassa Parco Naturale del Sacro Monte di Crea

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A piedi si possono compiere lunghe Passeggiate su sentieri segnalati tra vigne, campi e boschi, alla ricerca dei segni dell'uomo o alla scoperta di flora, fauna e particolarità geologiche più discrete che altrove ma non meno interessanti.

A cavallo si può visitare tutto il Monferrato seguendo l'ippovia creata dalla Associazione Cavalcavalli e tanti altri itinerari...

La bicicletta è il mezzo ideale per assaporare tutte le sfaccettature delle colline del Monferrato e della Langa; gli impegnativi percorsi, che hanno fatto la storia del Giro d'Italia, dopo un'estenuante fatica, portano l'appassionato davanti a spettacoli naturali unici al mondo; ogni giro di pedale riserva sempre una sorpresa: castelli, piccole chiese sperdute dal fascino medioevale, infiniti profumi della gastronomia provenienti da piccole osterie ricche di bontà.

Se vuoi scoprire le nostre bellezze naturali ed artistiche accompagnato da una Guida specializzata affidati ai nostri consigli: in collaborazione con le guide de La Pervinca che si occupa da anni di attività a carattere ambientale e storico-culturale attraverso laboratori ed escursioni sul territorio astigiano. Oppure scegli le escursioni in bicicletta con i Maestri del Fulludic

"Oltre il Bosco" - documentario Ente Parchi Astigiani

 

 
 

 

 

Riserva naturale speciale di Valleandona, Valle Botto, Valle Grande

dove: loc. Valleandona 12, a 9 km nord ovest dal centro di Asti

Ricco patrimonio paleontologico rappresentato da reperti fossili presenti in alcuni strati sedimentari affioranti lungo le pareti delle vallate,  risalenti al periodo pliocenico quando la Pianura Padana era sommersa dal mare. L’accesso al percorso paleontologico in Valle Botto è consentito solamente su prenotazione e con visita guidata (per info e prenotazioni )

La notevole presenza di resti paleontologici (soprattutto conchiglie di molluschi marini) rende particolare e caratteristica l’area protetta, che rientra tra i rari casi concreti, a livello nazionale, di località destinate alla protezione di questo particolare patrimonio scientifico e culturale. I reperti fossili che affiorano negli strati sabbiosi, sono costituiti dai resti di organismi sepolti nei sedimenti del mare, che occupava tutta la Pianura Padana fino all’arco alpino durante il periodo Pliocenico (5-1,8 milioni di anni fa): un’ampia insenatura di mare poco profondo delimitata a Sud dai rilievi delle Langhe, ad Ovest dal Golfo Cuneese, a Nord da una bassa isola corrispondente all’attuale Monferrato settentrionale, mentre ad Est comunicava con il Mare Padano. I fossili sono concentrati in particolari strati che si possono osservare lungo le pareti delle incisioni vallive. I numerosi ritrovamenti, dalle conchiglie a resti di vertebrati marini e terrestri, hanno richiamato fin dal 1700 l’attenzione di numerosi studiosi e ricercatori, che hanno contribuito a diffondere la curiosità e l’interesse per la paleontologia. Si tratta di centinaia di specie di molluschi marini, le cui conchiglie presentano un’ottima conservazione. Ai molluschi si associano, brachiopodi, echinidi, coralli e rari resti di vertebrati. I primi insediamenti antropici, in questo territorio, risalgono a oltre 10 mila anni fa. In base al ritrovamento di raschiatoi, coltellini bifacciali, fondi di capanne, parti di piroghe ed altri oggetti, si presume che i primi uomini, forse d’origine ligure, siano arrivati in queste zone seguendo il corso del Tanaro.  Sono presenti affioramenti fossiliferi attrezzati per le visite. Oltre all’importante patrimonio paleontologico, l’area protetta di Valle Andona, Valle Botto e Val Grande offre lo spunto per interessanti osservazioni naturalistiche. L’originale copertura boschiva dell’area (querceto-carpineto) è stata profondamente alterata dall’uomo con l’introduzione di nuove specie, come il castagno e la robinia, oltre che con il cambiamento di destinazione d’uso di vaste superfici, recuperate alla viticoltura. Ora i boschi della zona sono caratterizzati dalla presenza di robinia, farnia, carpino, tiglio e acero. Pochi, ma preziosi, i pini silvestri, relitti di epoche più fredde: un esemplare bifido svetta nei boschi della Pianastra. Nel sottobosco la vitalba, rampicante molto robusto, forma cascate di liane, disputandosi lo spazio con caprifoglio, fusaggine, sanguinello, nocciolo. Macchie fiorite insistono dalla primavera all’autunno grazie a pulmonarie, primule, anemoni, gerani dei boschi, epatiche, denti di cane. Non mancano le farfalle, la cui bellezza si riassume nella presenza di esemplari come il podalirio e il macaone. Con un po’ d’attenzione si possono riconoscere coleotteri (cervo volante) e uccelli (gruccione, gheppio, upupa, ghiandaia, picchi verdi e picchi rossi minori). Gli scoiattoli sono di casa, così come volpi, tassi, donnole, faine, ramarri, serpenti non velenosi (come il saettone). Nelle pozze d’acqua formate dalle piogge primaverili gli anfibi (raganelle, rospi comuni, rane agili e rane verdi, tritoni con la caratteristica livrea nuziale nel periodo della riproduzione) si ritrovano per accoppiarsi o deporre le uova.

Parco Naturale

dove: "Casa del Parco" Località Val Benenta 41, tel. +39.0141.644.714, www.rocchettanet.com

Ostello Didattico Pacha Mama tel. +39.0141.644.254 / 339. 721.177.3

Il Parco Naturale di Rocchetta Tanaro è una piccola area protetta (appena 120 ettari) in prossimità del fiume Tanaro.

La "Casa del Parco" è dotata di aula didattica e ufficio informazioni. Le guide della cooperativa CSPS effettuano visite guidate su prenotazione. Sono presenti un percorso equestre, un educativo sentiero natura, il percorso ciclabile che si dipana dalla strada asfaltata che unisce i Comuni di Mombercelli e Rocchetta Tanaro, alla fascia orientale del Rio Ronsinaggio, dove ci si imbatte nell'area di sosta attrezzata, per concludersi ai margini del Parco, incontrando la fonte "Cana", una sorgente d'acqua ferruginosa sempre corrente e fresca.  Dal parco si gode di una bella immagine del paese di Rocchetta Tanaro: lo scorcio presenta un angolo del castello dei Marchesi Incisa della Rocchetta. La stessa area del Parco faceva parte del feudo dei Marchesi ed è conosciuta oggi nella toponomastica locale come "I bosch del Marcheis". L'altra presenza caratteristica del territorio rocchettese è costituita dal fiume Tanaro, che rappresenta da sempre un elemento essenziale per la vita quotidiana della popolazione della zona.

In questo parco sta nascendo il Frutteto della memoria,un luogo dedicato alla biodiversità per recuperare, essenzialmente a scopo dimostrativo e con finalità di educazione ambientale e alimentare, vecchie cultivar di mele ormai pressoché scomparse nell’Astigiano. Sessantaquattro gli alberelli piantati e appartenenti a otto diverse varietà: Carlo Bianco, Ciucarin-a bianca, Calvin, Gamba fina, Grigio Piemonte, Piatlin, Pom Marcon, Ruscai-o. Dalla primavera 2009, quando sarà inaugurato, il frutteto ospiterà attività didattiche collegate ai temi della biodiversità e dei tempi naturali.

Area attrezzata con servizio ristoro nei giorni festivi, presso il parcheggio. L'accesso dei visitatori al Parco è consentito dall'alba al tramonto a piedi o sui sentieri segnalati. Su tutto il territorio del Parco è vietato compiere attività fuoristrada con mezzi motorizzati. Le comitive,le scolaresche ed i gruppi (comunque autorizzati) possono effettuare visite al Parco, in numero non superiore alle 30 persone, solamente se accompagnate dal personale dell'Ente, prenotando con giusto anticipo. Su tutto il territorio del Parco è vietato il campeggio anche temporaneo. E' consentita l'introduzione di cani limitatamente ai percorsi segnalati e solo al guinzaglio.

Parco Naturale del  Sacro Monte di Crea

dove: www.parcocrea.it  tel. +39.0141.927.120

Sui colli di Serralunga, nel Basso Monferrato, in provincia di Alessandria,  è di notevole interesse botanico per la presenza di elementi floristici rari o al di fuori della normale allocazione. Molte le passeggiate a piedi.

Riserva naturale  speciale della Val Sarmassa

dove: P.za Vercelli 1, tel. +39.0141. 950.237, www.parchiastigiani.it

Situata nell'Alto Monferrato orientale, comprende un'area collinare di oltre 250 ettari che si estende tra i Comuni di Vinchio, Incisa Scapaccino e Vaglio Serra, dove scorci paesaggistici di grande suggestione con le colline coperte di boschi che lasciano di tanto in tanto spazio a seminativi, prati e vigneti. Agli aspetti naturalistici si accompagnano testimonianze storiche e culturali come i ritrovamenti palontologici; la Val Sarmassa è stata fonte di ispirazione di Davide Lajolo, grande giornalista e scrittore del dopoguerra, nativo di Vinchio.

Percorsi guidati

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ultimo aggiornamento: 03/12/2009