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Corrado degli Aleramici

Indirizzo: Monferrato

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1140 – Gerusalemme, 28 aprile 1192; marchese del Monferrato e Re di Gerusalemme

Figlio di Guglielmo V del Monferrato e di Giuditta di Babenberg, tramite la quale era divenuto cugino di Federico Barbarossa e si era imparentato, seppur lontanamente, con la corona francese.

Una delle sue mogli è protagonista di una novella del Decameron (Giornata I, 5).

Si sa poco dell’esistenza giovanile del marchese Corrado: studiò presso la corte del Vescovo di Passau (in Germania) e forse a Parigi. Notizie, seppur confuse, abbiamo su un possibile trattato di matrimonio tra le figlie del re inglese Enrico II e uno dei rampolli di Guglielmo V.

Si hanno più informazioni invece dal 1172, quando Corrado è coinvolto insieme al Barbarossa nel conflitto comunale (oltre ad esserne imparentati, era tradizione familiare degli Aleramo essere filoimperiali).

Sconfitto il Barbarossa, egli dovette prendere parte alle trattative di pace, scortando addirittura i legati pontifici di papa Alessandro III fino a Modena.

Ancora fedele a Federico I, lo si ritrova ad Assisi due anni dopo al seguito dell’imperatore. Ma quella è l’ultima occasione in cui lo si ritrova al seguito dei tedeschi.

Venuto in rottura con il cancelliere imperiale Cristiano di Magonza, Corrado si volse contro l’imperatore comandando una rivolta che non riuscì: fatto prigioniero dal cancelliere, dovette pagare un forte riscatto ma da quel momento la sua famiglie iniziò sempre più a legarsi con i Comneni di Bisanzio.

Con l’aiuto di questi, nel settembre 1179 Corrado allestì una forte armata che attaccò e sconfisse quella tedesca capitanata da Cristiano: fatto prigioniero, venne affidato al fratello Bonifacio.

Il progetto dell’imperatore bizantino era senza dubbio quello di condurre Cristiano in Oriente, ma la sconfitta dell’antipapa Innocenzo III nel 1180 e la crisi della politica orientale in Italia pose fine al progetto e Cristiano venne infine rilasciato dietro forte somma.

Rilasciato Cristiano e riveduti i piani di politica estera, Corrado ritenne più ragionevole riavvicinarsi ai tedeschi.

Lo si ritrova, come delegato imperiale, a rappresentare Federico I a Tortona nel 1183. Partito nel 1185 il padre Guglielmo per Gerusalemme, Corrado ottenne praticamente il controllo del marchesato.

Ma intanto i bizantini tornavano ad entrare nella vita di Corrado: Isacco II Angelo, imperatore d’Oriente, propose sua figlia Teodora Angiolina al fratello Bonifacio ma, essendo questi già sposato, la proposta di Isacco fu presa in considerazione da Corrado, presumibilmente rimasto da poco vedovo.

Nel 1187 si recò a Costantinopoli dove sposò Teodora Angelina ricevendo il titolo di Cesare dell’impero. Corrado sostenne il cognato nelle lotte intestine dell’Impero ma, coinvolto nella rivolta di Alessio Bramas, preferì abbandonare Costantinopoli ed imbarcatosi su navi genovesi, partì per la Siria.

L’estate dello stesso anno lasciò Costantinopoli, a causa di disordini e lotte civili, per raggiungere la Terra Santa. L’arcivescovo di Tiro aveva predicato la terza crociata. Risposero all’appello di papa Clemente III l’imperatore, il re francese Filippo II e l’inglese Riccardo Cuor di Leone.

Sbarcando a Tirp, Corrado trovò la situazione cristiana degenerata di colpo dopo che Saladino il 4-5 luglio aveva sconfitto i cristiani nella battaglia di Hattin. Lo stesso re e suo padre erano nelle mani degli infedeli.

Tiro era l’ultima città cristiana in Oriente e Corrado, in quanto erede tedesco e parente di Guglielmo, fu scelto come legittimo re di Gerusalemme. In realtà gli fu riconosciuta solo la reggenza sulla città, in attesa che arrivassero le forze europee, ma Corrado ne ottenne per lui e i suoi successori il governo.

Saladino apparve poco dopo alle mura di Tiro ma i suoi sforzi e i suoi tentativi di corruzione furono vani: Corrado difese strenuamente la città, salvandola e garantendo ancora per un secolo la presenza cristiana in Terrasanta.

Dopo aver partecipato alla battaglia per la riconquista di San Giovanni D’Acri ed essere scampato a stento alla cattura da parte dei musulmani, Corrado venne salvato dal re di Gerusalemme Guido di Lusignano, appena riscattato, e gli furono apertamente riconosciute le sue signorie su Tiro e Beirut.

Nuovamente maritatosi con Isabella di Courtenay – legittima erede del Regno di Gerusalemme in quanto sorellastra della regina Sibilla, già moglie di suo fratello Guglielmo Lungaspada – fu tacciato di codardia dai crociati al seguito di Riccardo I d’Inghilterra che volevano occupare i suoi possedimenti, Corrado ottenne però dalla mediazione del re Filippo II di Francia – che era suo cugino – nuovamente i territori per sé e per la sua famiglia.

La notizia della prossima incoronazione venne consegnata a Corrado il 21 aprile 1192; il 28 cadde in un’imboscata tesagli da nemici ancora ignoti – forse sicari della setta siriana detta degli “Assassini” e morì.

Sua moglie Isabella stava aspettando Maria, che sarebbe diventata sua erede al Regno di Gerusalemme. Gli successe come Marchese di Monferrato il fratello Bonifacio.

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