Tutti gli anni il 26 Dicembre alle 12,30 la Pro Loco di Nizza Monferrato offre l’aperitivo alla cittadinanza sotto il “Campanon” in Piazza del Municipio, a ricordo della ribellione dei nicesi contro i sostenitori dei Savoia in epoca napoleonica

Nella primavera del 1796 Napoleone Bonaparte sconfigge le truppe Austro-Piemontesi a Montenotte, Dego e Millesimo e obbliga il Piemonte a firmare l’Armistizio di Cherasco.

Da questo momento l’influenza della rivoluzione francese in Piemonte si fa sempre più forte fino a costringere nel 1798 il re Carlo Emanuele IV ad abbandonare Torino ed a ritirarsi in Sardegna.

Ed è in questo quadro politico che il 6 Nevoso anno 7° (26 Dicembre 1798) succedono a Nizza questi fatti:

Verso l’una del pomeriggio giunge una moltitudine di gente armata di fucili, pistole, sciabole e tridenti, radunata dai comuni di Costigliole, Montegrosso, Agliano, Mombercelli, Mosca, Castelnuovo Calcea, Canelli, San Marzano ed altri, la quale divisa in tre colonne, piomba su Nizza con tamburi battenti, guidata da un certo Mariotti, ed al grido “Viva il RE” assale e disarma il corpo di guardia, abbatte l’albero della libertà, la bandiera tricolore e le altre insegne della Repubblica, ferisce di sciabola il consigliere Rognone, arresta il Segretario Chiodi ed il comandante della Guardia Nazionale Pietro Agostino Sobrino, oltraggia il Capitano Colomba e pretende la consegna di pane e vino.

I nicesi, anche se eccitati dal suono del “Campanon”, si mantengono calmi e mentre una commissione finge di parlamentare, uno stuolo di giovani coraggiosi, provvisti di nodosi randelli, si tiene in disparte pronto ad intervenire ad un segnale.

“Cosa Volete?” chiesero i parlamentari alla turba che urlava “Viva il Re! Viva i Savoia! Vogliamo pane e vino buono”.

A questo punto una voce tuonò “Se aspettate vi daremo anche il lardo!” ed in questo momento i giovani nicesi si scatenarono contro gli assalitori mettendoli in fuga, difendendo in questo modo la libertà conquistata.

Ed è per questo motivo che da quel momento a Nizza “dare il lardo” significa dare una severa lezione.